Massimo Bartolini

Massimo Bartolini è nato a Terni il 10 agosto 1971. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali all'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, ha successivamente conseguito la laurea specialistica in Gestione e valorizzazione della documentazione scritta e multimediale.
È attualmente impiegato presso la Biblioteca Comunale di Terni in qualità di istruttore bibliotecario.
Appassionato di poesia ha partecipato a diversi premi letterari ottenendo vari riconoscimenti, segnalazioni di merito ed inserito in varie antologie.
Primo classificato, nel 2009, alla prima edizione del Premio letterario nazionale Città di Cattolica per quanto riguarda la poesia inedita in lingua italiana.


 

Poesia inedita

ha partecipato alla II edizione Premio Letterario Internazionale

“Città di Martinsicuro”


Shock

 

In alternativa mi si presentò
la possibilità dell'autodistruzione,
un momento opaco senza luce,
un periodo lungo, interrotto da soli
sparuti fulmini d'incanto.
L'intercapedine alla follia
era sempre rimasto aperto
come unico spiraglio e via di fuga,
l'alveare di ogni mia idea.
Ogni orizzonte possibile
cercai disperatamente la porta
che fosse rimasta aperta:
una totale eclissi mi sorprese.
Vanificato ogni sforzo,
sommesso ogni sottile vagito,
distratto,
descrissi la circonferenza
di quel mio presunto
piccolo significato nell'universo.
Distratto mi convinsi a tornare.
Forse ancor più solo
di me stesso,
ancor più distratto.
Carpii un ritratto alla mia mente
e mi sentii rappresentato,
un'immagine che vedo
tra labirinti, informazioni, segnali.


Il medioevo delle coscienze

 

Stretta al grande cuscino sul divano,
sguardo assente, balbetta appena
i versi spezzati di una canzone “…make love your goal…”.
Solo il silenzio mezzo opaco di luce,
che con forza prova a penetrare
dalle perziane serrate alla finestra,
cerca di confortarla senza nemmeno troppo coraggio.
Dall’appartamento dei vicini
un meteo promette pioggia, per domani,
mari mossi da un moto ondoso,
mari piacevoli dove annegare
senza nessun bisogno di pesi legati al collo,
solo quello che ha nel cuore per sprofondare.
Il mare dove è immersa ad una moltitudine
di fluttuanti e profondi lamenti,
dove la coscienza si va ad inabissare.
Un occhio tumefatto e lacrime,
tante lacrime sferzano il suo volto,
pianti di dolore più lancinante
del sale sulle ferite aperte.
Quando la coscienza s’inabissa
si torna indietro di secoli di storia,
lei torna ad essere una strega,
l’ha voluto contraddire,
lei è l’imperfezione, serve a poco,
e quel poco lo sa anche sbagliare,
lei è il male, il demonio che sa evocare.
In ogni colpo si nasconde forte la debolezza
di un bambino ossessionato dalla propria inutilità
d’incapace comprensione,
fuorviata consapevolezza di essere cresciuto.
Quando la coscienza s’inabissa
trionfa l’ignoranza più nefasta,
l’abiura della ragione umilia
l’umana essenza, la dolce carezza,
il soffio di fiato dell’umana bellezza;
lo stelo dell’umana e sacra purezza
di un’intera specie si spezza.
Per ogni violenza subita da una donna
un’offesa macchia la coscienza di ogni uomo,
si spegne un sole nell’universo che raffredda.
Lei, cuore infranto, lacrime di morte
provata ancor prima di morire.
Lei, cuore infranto, bianca ninfea
galleggiare nel catrame.


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