Dalla silloge
Ventate
di memoria
Estasi
Mi
commuove
la tua voce dolce,
sempre memore in me,
di donna segnata dai giochi assenti
d’una gioventù incompiuta,
frenata dal morso doloroso
della precoce esperienza.
Riconoscersi in te,
in te solamente,
oltre il pensiero, l’atto,
il languore delle immagini
turgide di passione;
l’eros del profondo
di queste mie radici;
la gola carica della tua saliva
e del tuo nettare
di rugiada.
E il dopo,
senza ricordo e senza rimorso,
il riposo casto e le membra acquietate
del corpo umido per la tenera lotta.
Ora dormi.
Accedo con timoroso stupore
alla tua nudità,
la macchia soffice del pube
tenera, tra dita e labbra.
Il silenzio
è una melodia
che percorre
il nostro sangue ricongiunto:
la mia più saggia eloquenza
sarà tacerti accanto,
mia gemma addormentata.
È
l’estasi d’una sera
che non sarà mai notte.
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